Sulle tracce della Via Antiqua

Sulle tracce della Via Antiqua

RUBRICA – I CONFINI DI LITERNUM

(a cura di Giuseppe Miraglia)

In località “Contrada Gesù e Maria” al confine tra Giugliano in Campania e Lusciano, nei pressi dell’antica Masseria del Monaco, è possibile rintracciare un tratto “superstite” della antica Via Osca, meglio nota come “Via Antiqua“.

La Via Antiqua, correva parallela all’Appia e alla Via Cumana, perpendicolare alla Via Consolare campana, alla Domitiana ed alla Via Atellana. Essa costituiva una delle più importanti arterie della rete stradale osca e tramite una serie di strade minori si collegava alle altre città greche ed osche della Campania.

Questa masserie, che si trova in località Gesù e Maria, risalirebbe al XIV sec. ed era anticamente detta “del Monaco” poiché era appartenuta, almeno fino al 1350, al priore certosino di San Martino. Nel 1506 passò ai monaci martiniani che vi restarono fino alla soppressione degli ordini religiosi del 1799. Nel XIX sec. deve essere stata abitata a masseria dai monaci della Confraternita locale di Modestino di Gesù e Maria, da qui il nome della contrada “di Gesù e Maria“.

Allo stato attuale il rudere presenta: una piccola chiesa alla sua entrata ed un ampia arcata su entrambe le facciate. Su due lati della costruzione è ancora visibile il muro perimetrale che presenta varie stratificazioni; è stato costruito con pietre tufacee, mattoni, ciottoli e pietrame di risulta.

La Masseria del Monaco era attraversata dalla strada che collegava il complesso ai villaggi vicini ed in origine vi erano anche dei magazzini sotterranei per la conserva dei cibi, del vino e dell’olio. Vi era poi un forno per la cottura del pane e delle fornaci dove si producevano mattoni e manufatti di creta. Tutt’intorno alla masseria c’erano ampi terreni coltivati dai braccianti della tenuta.

Secondo un aneddoto che ci ha raccontato un anziano abitante del posto: molti tempo fa – quando era piccolo – si recava con gli amici a raccogliere le viole per regalarle alle ragazze della contrada. Un giorno, a causa di una forte pioggia, e con l’acqua che da Giugliano arrivava come un fiume, saltarono fuori alcuni teschi. I ragazzini allora furono presi da un forte spavento. Il terreno dilavato aveva portato fuori i resti di quello che doveva essere il “Camposanto dei monaci“.

L’area in questione è quella delle tombe osche, proprio in Gesù e Maria furono trovate altre tombe simili. Infatti anche la vicina località “dei Cappuccini” e quella denominata “Zingarella” presentavano in origine villaggi oschi e, ai margini delle strade, avvenivano quasi sempre le sepolture.

Proprio presso la Masseria del Monaco è rintracciabile un tratto della Via Antiqua, in parte ancora lastricato (tanti basoli sono stati asportati e utilizzati come materiale di costruzione). Si ipotizza che la strada si raccordasse con la Via Consolare campana e che si congiungesse alla Via Atellana (la strada che partiva dall’antica Atella) per raggiungere la costa e le più importanti colonie commerciali di Liternum e Volturnum.

Possiamo affermare con chiarezza che il territorio di Terra di Lavoro è stato attraversato dalle più importanti arterie dell’antichità (Appia, Domiziana, Consolare campana, Antiqua e Atellana) ed ancora oggi le strade moderne ricalcano per tanti tratti il loro antico percorso.

© Foto e testo di Giuseppe Miraglia
In copertina: Veduta della Masseria del Monaco – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

Lascia un commento