La villa di Calitto

La villa di Calitto

RUBRICA – I CASALI SCOMPARSI DI AVERSA

(a cura di Angelo Cirillo)

Nella zona meridionale di Casapesenna esiste ancora una località denominata “Calitto“. Il toponimo ricorda un villaggio altomedievale che si nascondeva isolato nella folta vegetazione. Anche se oggi non resta nulla né dell’antica borgata né della foresta, possiamo riflettere sulle testimonianze che ci sono state tramandate: sorprendendo non pochi indizi che ancora abbiamo a portata di mano.

Della villa di Calitto, che non viene affatto citata dall’erudito napoletano Lorenzo Giustiniani, ci informa un diploma del monastero di Santa Maria di Capua dell’816: <<petiam terrae prope villam calipti>>. Il villaggio, quindi, è stato sicuramente fondato prima del XI sec. e doveva trovarsi sotto il controllo dei principi di Capua quando i normanni fondarono Aversa strappandolo alle contese greco-longobarde che infuriavano su tutto il territorio circostante. Da Gaetano Parente veniamo a conoscenza che il casale esisteva ancora al tempo del dominio Angioino poiché è citato come “Casale Calipti” in un registro di Carlo II d’Angiò del 1310. Sempre secondo lo storico aversano il villaggio sarebbe scomparso già sul finire del XIV sec., forse abbandonato o forse distrutto.

Ma se i documenti sono lacunosi nel parlare di Calitto è il suo toponimo la vera ricchezza storica che ancora abbiamo a disposizione. Una rarità nello scenario toponomastico dell’Agro aversano. Appare plausibile, infatti, la tesi secondo cui il villaggio prendesse il nome dall’aggettivo greco “Καλυτόν” che significa letteralmente “coperto“. Ma il significato ci appare più chiaro se prendiamo in considerazione verbo greco “Καλύτω” dal quale deriva: “copro“, “celo“, “nascondo” (si intende per proteggere).

In effetti nel Medioevo questa zona della Liburia – come ben spiega lo studioso Alfonso Gallo – si presentava ricoperta da una folta vegetazione che, partendo dalle zone costiere (come Lago Patria), si infittiva fino ad arrivare alle mura di Aversa (oggigiorno ex Manicomio della Maddalena). Già i longobardi avevano chiamato “Gualdo” questo variegato bosco-palude dove sorgeva, tra gli altri casali, anche la villa di Calitto.

Dopo quanto detto non è da escludere quindi che Calitto sia sorta su un antico insediamento (forse bizantino o comunque precedente anche ai longobardi), non troppo popolato, che si “nascondeva” all’interno della foresta.

© Testo di Angelo Cirillo
In copertina: Miniatura medioevale di una scena di lavoro nei campi – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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