Le origini antiche della masseria al borgo di Casacelle

Le origini antiche della masseria al borgo di Casacelle

RUBRICA – I CONFINI DI LITERNUM

(a cura di Giuseppe Miraglia)

Nelle campagne giuglianesi, in direzione di Parete, solitario compare un antico borgo, oggi invaso da sterpaglie e dall’incuria, che nasconde tracce di un passato remoto. Si tratta di Casacelle.

Il nome deriverebbe da “Casa Cereris” ossia Casa di Cerere, qui vi era in epoca romana un tempio dedicato appunto alla dea Cerere. A questa divinità materna della terra e della fertilità era affidato – secondo la regione degli antichi romani – non soltanto il compito di tutelare i raccolti ma anche quello di proteggere la “nascita“; tutti i fiori, i frutti e gli esseri viventi erano ritenuti suoi doni e forse non è un caso che la fertilità in questo posto è viva più che mai (nonostante le  numerose violazioni ambientali avvenute in zona).

Attorno al sito vi sono numerosi fiori che crescono spontanei: papaveri, camomilla, fiori gialli e bianchi di campagna. Per questo sito si può dire sia passata la Storia, è infatti documentato il transito o lo stanziarono di: Osci, Sanniti, Etruschi, Greci e Romani, Longobardi, Angioni, Svevi, Aragonesi e così via. In particolare i romani si stanziarono con due famiglie di nobili origini, nei pressi del borgo che oggi viene detto di Casacelle dove passava l’antica Via Consolare Campana.

Qui uno dei primi santi cristiani della regione si diede all’evangelizzazione del territorio, si tratta del famoso San Tammaro, un vescovo di origini nordafricane cacciato e perseguitato insieme ad altri martiri (si veda la storia dei santi dodici vescovi) che approdò nei pressi del fiume Volturno ed iniziò il suo cammino di evangelizzazione. San Tammaro si spostò da Liternum nell’entroterra, fino al borgo di Casacelle, dove ancora oggi resiste – sebbene in stato di abbandono – una chiesa a lui dedicata che doveva servire per la cura d’anime del villaggio.

Del borgo oggi resta una masseria, l’azienda agricola per antonomasia dei tempi passati; qui abbiamo le iscrizioni lapidee di epoca romana.che hanno fatto ipotizzare allo storico archeologo Momsen l’esistenza di una costruzione dedicata a Cerere. Le epigrafi attestano la presenza di due famiglie nobili romane, i Plinia e i Verria (quando parliamo di famiglie patrizie romane non dobbiamo pensare solo al nucleo familiare del “pater familias” ma anche a schiavi, guardie e dipendenti della villa agricola).

© Foto e testo di Giuseppe Miraglia
In copertina: Veduta d’insieme della masseria al borgo di Casacelle – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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