L’outsider Sebastiano del Piombo

L’outsider Sebastiano del Piombo

RUBRICA – DOSSIER

(a cura di Salvatore Setola)

Non è una natività, ma poco importa. C’è il bambino che dorme in tutta la sua umana nudità, il dolcissimo sguardo protettivo di Maria, che è lo sguardo di una donna, di una madre, ancor prima che della Madonna. C’è San Giuseppe in penombra, che assiste in punta di piedi a quel dialogo tutto materno. C’è un angelo a far visita e a testimoniare quel miracolo domestico.

C’è soprattutto la pittura di Sebastiano del Piombo, uno di quei pittori “outsider” per cui provo incondizionato amore. I commentatori del suo tempo lo descrivevano come un irrisolto: indugiava a incominciare un’opera, ancor di più a terminarla. La sua parabola artistica è pura sintesi hegeliana in pieno Rinascimento: fusione tra la scuola veneziana del colore, da cui veniva, e quella tosco-romana del disegno.

A Roma Sebastiano del Piombo fu amico di Michelangelo e rivale di Raffaello. Non aveva il genio degli altri due, ma aveva sublimi colpi eccentrici come in questa “Madonna del Velo“, dipinta a olio su una lastra d’ardesia, lasciata addirittura grezza nella parte bassa. È uno dei miei dipinti preferiti della collezione Farnese al Museo di Capodimonte e anche, volendo, un’immagine sul senso profondo del Natale.

© Testo di Salvatore Setola
In copertina: Particolare della Madonna del velo di Sebastiano del Piombo – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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