Sant’Audeno vescovo normanno
Audeno è conosciuto in Francia come Ouen, in Inghilterra e nei paesi di lingua inglese come Ouen, Owen, e Aldwin come si puo rilevare nel “Grande dizionario illustrato dei santi” dell’Abbazia Sant’Agostino di Ramsgate. Il nome latino del santo è Audoenus anche se nel libro da lui stesso scritto e dedicato alla vita del suo amico Elois (Eligio) il nome è riportato come Audoin Dado. Quello Italiano è Audoeno come si può leggere nella pagina a lui dedicata in Bibliotheca Sanctorum.
Il santo quasi sconosciuto in Italia, è noto solo nei luoghi di dominazione normanna, soprattutto in Campania e Puglia. In Campania ci sono con certezza almeno tre chiese consacrate al santo, una ad Aversa (Caserta), abbandonata nel secolo scorso, che era anche sede di una parrocchia poi trasferita nella chiesa della SS. Trinità, una a Serra di Pratola Serra (Avellino) anch’essa sede parrocchiale e chiesa madre del paese il cui patrono e appunto S. Audeno, l’ultima, una piccola cappella normanna del XII secolo si trova a Montaperto di Montemiletto (Avellino). In Puglia a Bisceglie (Bari) c’è una delle più antiche chiese consacrate al santo, costruita dai normanni nel 1074; l’Abbazia Curata di S. Adoeno, è con questo nome che il santo è la conosciuto.
Audoeno è nato nel 609 o nel 610 a Sancy nei dintorni di Soissons a nord est di Parigi, in quel territorio che faceva allora parte del regno Franco di Neustria. Suo padre, Authario, e sua madre, Aiga, appartenevano alla stirpe Gallo-Romana. Subito dopo la sua nascita si trasferirono a Ussy-sur-Marne, dove Audoeno trascorse la sua infanzia, durante la quale secondo la tradizione sono collocati una serie di eventi che destarono meraviglia. Ricevette una pia educazione cristiana e fanciullo, fu benedetto da san Colombano, ospite dei genitori .
Lo mandarono poi all’Abbazia di S. Medardo dove fu istruito e per le sue qualità fu accolto cordialmente alla corte di Clotario II, poco prima della morte di quel principe. Il suo successore, Dagoberto I, lo nominò suo referendario o cancelliere e trasse molto profitto dal suo talento e cultura. Lo incaricò di missioni importanti e, gli affidò il compito di compilare il codice della legge Salica. Conobbe a corte e strinse amicizia con Eligio, Sulpizio, Desiderio e altri tutti futuri vescovi e santi. Aiutò il fratello Ado nella fondazione del monastero di Jouarre presso Meaux e nel 634 con l’aiuto dei suoi parenti fondò l’Abbazia di Rabais, richiese dei monaci a Luxeuil per popolare la nuova fondazione che fu approvata da Dagoberto e dal vescovo di Meaux. Dagoberto cercò di convincerlo a non farsi monaco, e malgrado il fatto che Audoeno fosse un laico, praticò e promosse la religione combattendo la piaga della simonia. Audoeno e Eligio, nonostante il disordine morale del re franco, lo servirono fedelmente. Quando Dagoberto morì, malgrado Clodoveo II avesse confermato Audoeno come cancelliere, decisero di lasciare tutti gli incarichi secolari, e abbandonare la corte per dedicarsi in clausura agli studi teologici dai quali erano attratti.
Qualche tempo dopo La fama della pietà di Audoeno fece si che egli nel 640 fosse eletto ancora laico vescovo di Rouen sede arcivescovile vacante dalla morte di S. Romano. Eletto nel 639, fu consacrato a Rouen ventiquattresimo vescovo di quella diocesi il 21 maggio, del 640, insieme al suo amico S. Eligio, (che divenne Vescovo di Moyon). Il 13 maggio 641, dopo aver trascorso un anno nell’approfondire lo studio della dottrina fu ordinato sacerdote da Dieudonne, Vescovo di Macon.
Dopo aver partecipato al concilio di Chalon-sur-Saone 647-649, Audoeno consacrò la chiesa di Jumiges, incoraggiò la cultura cristiana e promosse il monachesimo fondando monasteri tra i quali noto quello di Fontanelle, particolare cura mise nel proteggere e favorire la vita monastica nella sua diocesi, aiutato anche da S. Filiberto e S. Wandrillo, già suoi amici di corte. Divenne noto per la sua austerità personale e le sua carità. Sostenne attività missionarie in luoghi pagani. La Diocesi di Rouen, nella quale c’erano ancora circondari barbari, dai quale il paganesimo non era scomparso, fu trasformata sotto l’amministrazione di S. Audoeno. il quale riuscì a cancellare l’adorazione agli dei pagani. Nel 675 o nel 676 Audoeno compì un pellegrinaggio a Roma.
Di quando in quando l’uomo di stato riapparve in Audoeno. Per citare alcuni esempi: fu uno dei consiglieri di Batilde, madre di Clodoveo II prematuramente scomparso, reggente del regno di Neustria; quando la regina fu costretta a ritirarsi nell’abbazia di Chelles per volere di Ebroin, maestro di palazzo, Audoeno non perdette la sua influenza a corte stabilendo relazioni cordiali con quest’ultimo, e sostenendolo nel suo conflitto contro l’aristocrazia. Dopo la morte di Ebroin all’invito di Thierry I andò a Colonia per una difficile missione diplomatica da svolgere presso Pipino d’Hèristal, è riuscì a riportare la pace tra Neustria ed Austrasia. Nel 684, di ritorno da Colonia si ammalò è morì, il 24 agosto nel territorio di Clichy, nel luogo che oggi porta il suo nome. Il suo corpo, portato a Rouen fu sepolto nell’Abbazia di S. Pietro che da allora prese il suo nome, fu traslato in varie epoche, nel 842, 918, e infine nel 1890. S. Audoeno, che è sopravvissuto a S. Eligio, ha scritto un libro sulla vita del suo amico. Questa biografia, che è uno dei monumenti storici più autentici del settimo secolo, contiene una quantità di informazioni preziosa riguardo all’educazione morale e religiosa di quel tempo, è stato pubblicato per la prima volta da Dom Luc d’Achery nel vol. V del suo “Spicilegium”.