L’incredibile ed il fantastico secondo Salvator Rosa
RUBRICA – DOSSIER
Le stregonerie di Goya sono più famose ma il primo a realizzare una serie di dipinti esoterici con soggetti stregoneschi fu Salvator Rosa intorno alla metà del XVII sec. Sensibilità preromantica, anticipatore, coi suoi paesaggi, dell’estetica del sublime e feroce fustigatore della cerchia romana del Bernini, tra il 1641 e il 1647 dipinse per un marchese fiorentino una serie di incredibili tele ispirate, con ogni probabilità, alle descrizioni presenti nel famigerato “Malleus Maleficarum” (testo scritto nel 1487 da un frate domenicano tedesco per reprimere le eresie pagane e sataniche a cui gli inquisitori davano la caccia).
I dipinti di Rosa descrivono con dovizia di particolari scene ambientate in lugubri cavità montuose dove, al riparo da occhi indiscreti, maghe e fattucchiere di ogni età preparano pozioni, profanano tombe, impiccano vittime, sacrificano bambini e si accoppiano con bestie abominevoli.
Ho sempre adorato questi dipinti non solo perché in essi avverto l’influenza magica e popolaresca della Napoli in cui Rosa era cresciuto, ma anche perché – rispetto ai dipinti rinascimentali nei quali di solito il mostruoso veniva raffigurato in contrapposizione al Sacro e al Divino, come nelle iconografie delle tentazioni di Sant’Antonio – qui il fantastico e il terrificante si prendono la scena. Eppure un pezzo delle nostre paure più ancestrali e irrazionali.
© Testo di Salvatore Setola
In copertina: Streghe e incantesimi di Salvator Rosa – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).