Luigi Caterino precettore di Ferdinando II di Borbone

Luigi Caterino precettore di Ferdinando II di Borbone

RUBRICA – SUGLI SCRITTI DI LEOPOLDO SANTAGATA

(a cura di Antonio Santagata)

Un articolo di padre Cirillo Caterino sul “Corriere Campano” (Anno II n. 4 del 20-02-1923) ci restituisce la breve vita e le opere di un illustre figlio di San Cipriano: Luigi Caterino. Nato a San Cipriano nel 1786, fu ordinato sacerdote dal vescovo di Pozzuoli, Carlo Maria Rosini, che all’epoca era anche presidente della Giunta per la Pubblica Istruzione e che notò il giovane Caterino.

Vissuto durante il tramonto del “Secolo dei lumi” Caterino fu membro di numerose accademie e circoli culturali, fu sostanzialmente uno studioso di cultura classica; a lui furono affidate le traduzioni e l’organizzazione dei papiri da poco rinvenuti negli scavi archeologici di Ercolano. Per i suoi studi ottenne la cattedra di letteratura latina all’Università di Napoli e più tardi ricoprì il prestigioso incarico di Decano della Facoltà di Teologia dell’Università di Napoli (fi no all’Unità d’Italia era una delle facoltà universitarie dell’attuale Federico II). Ma ci fu un altro importante incarico che Luigi Caterino arrivò a ricoprire, quello di precettore dei principi reali.

Il re Francesco I delle Due Sicilie, infatti, a metà degli anni ’20 del XIX sec., lo chiamò a corte come tutore e precettore dei propri fi – gli; tra questi vi era anche il futuro Ferdinando II di Borbone. Luigi Caterino beneficiò di questa sua posizione di “maestro del re” intercedendo per suppliche e benefici. Dal Re aveva ricevuto anche l’incarico di predicare nei giorni di festa per la famiglia reale, questo lo metteva nella condizione “de facto” di consigliere del Sovrano.

Apprezzato per la preparazione classica e preso in forte considerazione da Ferdinando II quando questi diventò re delle Due Sicilie Caterino fu incaricato di redigere il volume di studio ed organizzare il medagliere numismatico personale del re (oggi esposto al Museo Archeologico Nazionale di Napoli) quando questi ricevette un lascito di 16524 monete antiche dallo scienziato Giacomo Poli Luigi. Versatissimo nella lingua italiana, latina e greca, e nelle lingue moderne (siriaca, araba, caldaica), per concessione di papa Pio VII recitava i salmi del breviario nell’originale ebraico.

Morì a Napoli, all’età di 48 anni, colpito improvvisamente da un attacco di apoplessia il 9 maggio 1834.

© Testo di Angelo Cirillo
In copertina: La famiglia di Francesco I delle Due Sicilie (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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