La Chiesa della Madonna Incoronata

La Chiesa della Madonna Incoronata

Storia e testimonianze di una devozione secolare del popolo sanciprianese

Redazione

Fino agli anni ’80 la piccola Chiesa della “Madonna Incoronata” appariva completamente immersa nel verde della campagna sanciprianese. Chi la veniva a visitare, provenendo dal centro abitato, restava affascinato dal suo campanile in pietra di tufo e dalla semplice facciata “a capanna” sullo sfondo dei filari di Asprinio “maritato a pioppo”. Per generazioni i sanciprianesi hanno manifestato la propria devozione della Madonna vendendo in visita in questa chiesa o semplicemente invocandola nelle proprie preghiere.

Oggi, la crescita urbana e la conseguente fusione delle periferie di San Cipriano d’Aversa e di Casal di Principe hanno fatto perdere questo effetto prospettico lasciando la “Cappella dell’Incoronata” incastrata tra abitazioni di recente costruzione. In compenso la chiesa è ancora centro di attività e pratiche devozionali (come chiesa sussiadiaria della parrocchia di Santa Croce): qui si recita il rosario e si celebra settimanalmente la messa. Due lapidi all’ingresso ricordano al fedele alcuni momenti di questa chiesa: la prima fa memoria della “proprietà” nel 1915 da parte del cavaliere Vincenzo Caterino; la seconda celebra la donazione nel 2003 della stessa chiesa al Comune di San Cipriano – e quindi per estensione all’intero popolo sanciprianese – da parte degli eredi di Carlo Caterino.

Se infatti i documenti circa la piccola cappella non ci consentono di definire una precisa data della sua fondazione (per Lucia Di Bello in “San Cipriano d’Aversa: storia di un popolo devoto” sarebbe stata costruita proprio nel 1915) alcuni elementi di arredo sacro lasciano intuire che questa sia avvenuta tra l’ultimo ventennio del XIX sec. ed i primi anni del XX. Sull’altare principale era infatti presente una tela raffigurante Maria SS. Incoronata con ai lati San Nicola e San Matteo Evangelista, trafugata alcuni anni fa (oggi è esposta una riproduzione). Nel quadro dell’Incoronata la Madonna appare portando in braccio il Bambino Gesù – nella classica posa di una “sacra conversazione” tra santi – assisa su un trono dall’alto schienale, come quelli della grande tradizione figurativa classica. Un’immagine simile è riprodotta nel lunotto, databile all’ultimo decennio del XIX sec., sull’ingresso della chiesa.

Dalla tradizione orale sappiamo che anche questa chiesa, come molte nella Storia del Meridione italiano, era custodita da un “eremita” ossia un uomo che viveva nella chiesa e provvedeva alla sua cura ricevendo in cambio un sostentamento da parte dell’intera comunità. Si trattava spesso di orfani o comunque persone che avevano subito gravi perdite che sceglievano questa forma di vita “solitaria” da custodi-sacrestani.

Centro Studi Normanni

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