Il Pio Monte delle Anime del Purgatorio

Il Pio Monte delle Anime del Purgatorio

PUNTI DI VISTA: I FOCUS DEL CENTRO STUDI NORMANNI

(a cura di Pasquale Fedele – Responsabile Servizio Archivio e Editoria)

All’ingresso della chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore, accanto all’ultimo degli antichi accessi della precedente struttura rinascimentale, si conserva l’altare delle Anime del Purgatorio, sede di un omonimo Monte. Questa anche se, per prestigio, era la quarta delle quattro cappella laicali della parrocchia era certamente la più ricca per rendite fondiarie e benefici.

A partire dal 1776 fino all’estinzione del sodalizio (nei primi anni del XXI sec.) la Cappella ed il Monte delle Anime del Purgatorio furono gestiti da due economi laici eletti annualmente dal parroco del Santissimo Salvatore. Dal censimento sulle confraternite ed i luoghi pii, voluto dal vescovo di Aversa Niccolò Borgia tra il 1777 ed il 1778, sappiamo che in quel momento era amministrata da Giuliano Pignata e Baldassarre Ferraiolo (economi) e che accoglieva <<fratelli e sorelle>> che pagavano tre carlini all’anno. Al Monte erano infatti demandate alcune funzioni di “mutuo soccorso” come prestiti a basso tasso d’interesse (una sorta di microeconomia del tempo).

Alla Cappella spettava soprattutto presiedere alle preghiere di suffragio e alle celebrazione di messe per i propri sodali. I vivi e i morti infatti facevano parte della stessa fratellanza: i vivi pregavano per i morti e questi ultimi, una volta in Paradiso, intercedevano per i vivi. In seguito le preghiere per ridurre i tempi di permanenza delle anime nel Purgatorio si rivolsero anche a favore delle anime abbandonate, quelle cioè che, si riteneva, non avessero chi avrebbe pregato per loro. Anche gli agonizzanti erano assistiti dalla Cappella poiché, nel momento dell’agonia, quando cioè si faceva più forte la lotta tra il male e il bene per il possesso dell’anima, era necessario l’aiuto divino che poteva essere sollecitato da chi pregava e faceva opere di carità.

Ambito campano, Madonna con bambino tra santi (con sotto le Anime del Purgatorio), XVIII sec., Chiesa del SS. Salvatore (Casal di Principe)

A Casal di Principe, poi, la Cappella delle Anime del Purgatorio, nell’ottavario della ricorrenza dei morti, celebrava una messa solenne col canto del “Libera nos Domine” e costruiva al centro della chiesa una castellana (catafalco cerimoniale) con 24 candele. Prima del 1776, ossia prima della data in cui gli ecclesiastici furono estromessi dall’amministrazione dei luoghi pii laicali, l’amministrazione della Cappella era affidata sempre ad economi laici con la supervisione di un sacerdote procuratore che beneficiava delle sue rendite. Dalla platea parrocchiale sappiamo che l’ultimo procuratore fu don Francesco Corvino, vicario foraneo di Casal di Principe, e prima di lui, fino al 1768, il sacerdote don Benedetto Letizia.

In quel momento storico il processo di riorganizzazione architettonica della Chiesa del Santissimo Salvatore stava volgendo a termine e possiamo credere che l’attuale altare del Purgatorio, in base ad un’scrizione, sia stato costruito nel 1717 su commissione dell’economo Onofrio Corvino. Forse degli stessi anni è anche la committenza della pala d’altare: una pregiata sacra conversazione di ambito campano riportante nella parte superiore la Beata Vergine tra Sant’Antonio da Padova e San Sebastiano; nella parte bassa le struggenti figure delle Anime del Purgatorio – un vero e proprio monito per i tanti fedeli – sono accompagnate dall’Arcangelo Michele.

© Testo di Angelo Cirillo
In copertina: Particolare della pala d’altere delle Anime del Purgatorio – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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