La storia della “stretta di mano” al tempo del Coronavirus

La storia della “stretta di mano” al tempo del Coronavirus

RUBRICA – DI TUTTO

(a cura di Anna Abate)

Chi lo avrebbe mai detto che nel 2020 avremmo sentito dirci che è sconsigliata la stretta di mano, eppure negli ultimi giorni sentiamo sempre più frequentemente consigli su come igienizzare le mani ed evitare i contatti fisici. Tutto questo – specie le misure di contenimento del Coronavirus adottate da pubblici e privati – fanno riflettere su come eventi del genere sono destinati a cambiare la nostra vita sociale e lavorativa anche negli anni a venire.

Ma infondo perché stringiamo la mano? Il gesto di porgere e stringere la mano, come forma di saluto, può dirci molto sul nostro interlocutore e sul tipo di relazione che predilige. I momenti della nostra giornata in cui compiamo questo gesto, non soltanto per salutarci, sono veramente tanti: per suggellare un accordo di lavoro, per congratularci o esprimere cordoglio, per scambiare “il segno di pace”. Ad un certo punto della storia quindi l’uomo avrebbe “deciso”: di offrire la mano per mostrare cordialità e di allungare il braccio verso l’interlocutore per colmare lo spazio necessario alla reciproca conoscenza. Ironia della sorte anche la stretta di mano, come il Coronavirus, è un saluto che viene da Oriente.

Per i romani la stretta di mano era limitata a situazioni particolari ed era riservata a pochi intimi, erano ben altri i saluti degli uomini del tempo. Certo non mancano esempi di strette di mano neanche nell’arte greco-romana ma sono stati i barbari a portare il saluto in Europa. Questi popoli di origine asiatica che si erano insediati nell’Impero Romano già a partire dal V sec. d.C. usavano darsi la mano per salutarsi. Darsi la mano significava per loro conoscersi, avere fiducia reciproca e, cosa non meno importante per un popolo violento che girava sempre armato, non poter sfoderare la spada perché la mano destra era già impegnata.

© Testo di Ortensio Falco
In copertina:  Miniatura di ambito fiammingo raffigurante due venditori di lana che si scambiano una stratta di mano  – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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