Chiesa di Santa Marta minore

Chiesa di Santa Marta minore

RUBRICA – AVERSA DELLE CENTO CHIESE

(a cura di Paolo Di Grazia)

La chiesa di Santa Marta minore è conosciuta dagli aversani anche come “Chiesa di Santa Martella”, per distinguerla dalla vicina chiesa di Santa Marta maggiore. Attualmente è usata come sede della Sottosezione di Aversa dell’U.N.I.T.A.L.S.I. (ex Sottosezione U.N.I.T.A.L.S.I. di Casal di Principe).

È probabile che il culto di Santa Marta sia arrivato nella città normanna dalla Provenza, qui secondo la leggenda la Santa riuscì a domare un drago che infestava le paludi recitando la preghiera dell’Ave Maria. L’episodio è descritto anche nella pala d’altare di questa chiesa, realizzata dal pittore aversano Calo Mercurio nel XVII sec., ora esposta nel Museo Diocesano (Seconda sezione presso il Seminario vescovile).

L’edificio risalirebbe al XIV sec. anche se non abbiamo notizie certe della sua fondazione. La chiesa di Santa Marta minore è a navata unica, l’aula si presenta con un impianto decorativo sobrio: sulle sue pareti laterali vi sono cornici in stucco che un tempo dovevano racchiudere tele e sculture. Il tetto è realizzato con capriate in legno (è stato ricostruito di recente) e non ci permette di apprezzare una precedente copertura che era ormai crollata al momento della riapertura della chiesa. Nella parete della controfacciata sono ancora visibili i resti di una antica cantoria, oggi sostituita da un impalcato ligneo. Si accede a questa struttura da una sala, situata a sinistra dell’ingresso e comunicante con la chiesa, che probabilmente doveva servire come sacrestia ed ora viene utilizzata per le attività di segreteria della Sottosezione.

L’area del presbiterio, risistemata nel XIX sec., è rialzata da un solo gradino e delimitata da una balaustra in legno. La volta a botte è ancora affrescata, anche se non in perfetto stato di conservazione, ai lati dell’altare maggiore sono visibili due cornici in stucco che racchiudono un affresco di San Giuseppe con il Bambino ed un’altro di Santa Maria Maddalena. L’altare, realizzato in marmo policromo, è bello e di pregevole fattura anche se si piccolo di dimensioni.

Da notare un lapide, con lo stemma della famiglia Canis, collocata in prossimità del gradino del presbiterio (oggi appare incastonato nella pavimentazione originale in maiolica) dove è riportato il nome di una suora, Paola Canis. Secondo alcuni, questa lapide un tempo si trova nel castello angioino (di questo però non vi è certezza).

La facciata della chiesa di Santa Marta minore è caratterizzata da una nicchia, posta sopra l’ingesso, dove vi è un affresco che a malapena si distingue, mentre è ancora leggibile sul portale in legno l’iscrizione “CONFRATERNITA DI SANTA MARTA MINORE“. Di questa congrega aversana, ormai estinta, non abbiamo molte notizie se non che un tempo avesse sede in questa chiesa. Dall’esterno è visibile anche un piccolo campanile a vela in prossimità del locale della ex sacrestia.

Una curiosità: al suo interno viene custodita una sola statua lignea, raffigurante Santa Marta (diversa dall’omologa statua collocata sull’altare della chiesa di Santa Marta maggiore), ed è posizionata in una piccola nicchia a destra dell’ingresso. Ancora, sulla facciata esterna, all’angolo con il Vicolo Santa Martella è inglobata una colonna con un’incisione “A.D. M.163“. Ciò potrebbe fare pensare che la chiesa fu edificata su un’altra struttura come era solito fare a quei tempi ma probabilmente non è altro che una colonna prelevata altrove ed usata come materiale di reimpiego.

© Foto e testo di Paolo Di Grazia
In copertina: Facciata della chiesa di Santa Marta minore ad Aversa – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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