Antonio Cece

Antonio Cece

RUBRICA – BIOGRAFIE DEI VESCOVI DI AVERSA

(a cura di Angelo Cirillo)

Mons. Antonio Cece è stato vescovo di Aversa del 1966 al 1980 (dal 1962 fu vescovo coadiutore) guidando la Chiesa particolare aversano per un periodo di circa diciotto anni durante i quali si distinse come pastore ed intellettuale. Nelle cronotassi dei vescovi di Aversa è anche ricordato come “il Filosofo“.

Antonio Cece nacque a Cimitile (NA) il 10 giugno 1914. Dopo aver studiato presso il Seminario vescovile della diocesi di Nola (sua diocesi di nascita) e presso il Pontificio Seminario Interregionale Campano “S. Luigi” di Posillipo (Napoli). Compì gli studi di Teologia alla Pontificia Università Gregoriana in Roma e in Filosofia all’Università Cattolica “S. Cuore” di Milano.

Il 19 dicembre 1936 fu ordinato sacerdote per la diocesi di Nola dal vescovo Michele Raffaele Camerlengo, O.F.M.

Ha insegnato Filosofia nel Liceo vescovile di Nola dal 1945 al 1956 ed in quello di Aversa dal 1968 al 1980. Ha anche insegnato Teologia dogmatica presso il Pontificio Seminario regionale per l’Alto Lazio di “S. Maria della Quercia” in Viterbo.

MINISTERO EPISCOPALE

Il 3 maggio 1956 papa Pio XII lo elesse vescovo di Ischia; ricevette l’ordinazione episcopale nel duomo di Nola il 29 giugno 1956 dal vescovo Adolfo Binni.

Il 6 agosto 1962 – in ragione della veneranda età del vescovo di Aversa Antonio Teutonico – fu trasferito alla sede titolare di Damiata e nominato vescovo coadiutore con diritto di successione della diocesi di Aversa.

Il 31 marzo 1966 Antonio Teutonico si ritirò dalla diocesi di Aversa così il vescovo Antonio Cece ne divenne automaticamente nuovo pastore. Dal momento della sua nomina a vescovo di Aversa la sede titolare di Damiata è rimasta in “sede vacante“.

Tra i sacerdoti della diocesi di Aversa da lui ordinati ricordiamo: l’arcivescovo Andrea Mugione (1964), il cardinale Crescenzio Sepe (1967), l’arcivescovo Alessandro D’Errico (1974), l’arcivescovo Salvatore Pennacchio (1976), l’arcivescovo Giovanni d’Aniello (1978).

Dopo 18 anni di ministero come vescovo di Averso Antonio Cece morì ad Aversa il 10 giugno 1980, appena pochi mesi prima il terremoto dell’Irpinia.

LE TESTIMONIANZE

Scrive Mons. Ernesto Rascato, archivista della diocesi di Aversa, in occasione della quarantennale della sua morte: <<Mons. Cece era un Vescovo che viveva quasi come un frate francescano, nell’essenzialità, animato da una grande libertà evangelica, nutrita da una preghiera semplice vissuta con il cuore di S. Alfonso M. de’ Liguori. Era un uomo di fede e di cultura, di governo e di comunione, un pastore filosofo e teologo, un vero maestro di vita. (…) Egli amava incondizionatamente la Chiesa universale e serviva con carità pastorale ed intellettuale la Chiesa particolare, perché vedeva i passi di Dio nella storia della Chiesa, leggeva il passaggio del “transitus Domini “ nel mondo, secondo la bella espressione di Paolo VI, il santo Pontefice che tanto stimava Mons. Cece da inviargli diverse lettere e un calice d’argento come testimonianza di gratitudine e segno di particolare legame con il Santo Padre>>.

Ecco come ce lo delinea il vescovo Mons. Giovanni Rinaldi, suo concittadino: <<Uomo di alta cultura, umanista raffinato, familiare dei grandi classici, conoscitore sommo della storia della filosofia e teologo appassionato che ha identificato la scienza degli uomini e la sapienza di Dio con la sua vita sacerdotale… Intrecciava filosofia e teologia e non sapeva resistere al fascino della sortita umanista, che lo aiutasse a rendere iridescenti le ali del pensiero… Ma come araldo di Cristo tutto sapeva piegare alle istanze del suo ministero>> (dagli Atti del Convegno  “Sua Eccellenza Mons. Antonio Cece: educatore e maestro di vita” Nola 2013, p.28).

Centro Studi Normanni

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