Incontro tra Kubrick e Beethoven

Incontro tra Kubrick e Beethoven

RUBRICA – SPARTITI SVELATI

(a cura di Cesario Cesaro)

Per moltissimi il primo incontro con la maestosa Nona Sinfonia è stata al cinema con la celebre pellicola di Stanley Kubrick “Arancia Meccanica” del 1971.

Il sordo di Bonn ha influenzato molto la parte musicale del mondo del cinema, infatti i registi lo amano e la sua musica è presente in tanti capolavori cinematografici. Ancora dovete capire di chi stiamo parlando? Parliamo di Ludwig van Beethoven, il grande musicista tedesco di cui quest’anno si festeggia il duecentociquantesimo anniversario della nascita. Il film di Kubrick, tratto dal romanzo “A clock orange” di Anthony Burgess, racconta la vicenda di Alex, <<un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l’ultra violenza e Beethoven>>.

Ma è audace la scelta del regista di inserire questa sinfonia, che culmina con l’inno alla gioia di Friedric Schiller nella colonna sonora, che nel film assume una veste più moderna grazie al sintetizzatore Moog di Wendy Carlos. La musica deve avere la stessa tensione che esplode con la violenza. Non è tutto. Kubrick, si sa, era un regista di scelte raffinate e geniali, così quando la banda bussa al campanello della casa dove farà l’ultima violenta incursione, si sentono arrivare le prime note della Quinta sinfonia.

Quale altra musica poteva accompagnare questa scena, se non questa, conosciuta anche come “il destino che bussa alla porta”?

© Testo di Cesario Cesaro
(se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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