La Caduta di Icaro di Pieter Brughel

La Caduta di Icaro di Pieter Brughel

RUBRICA – DOSSIER

(a cura di Salvatore Setola)

Che te ne fai di un titolo?”, si chiedeva Bukowski in quella poesia dove i belli muoiono giovani e lasciano i brutti a invecchiare, al parco, giocando a dama sotto il sole. Ma un titolo ci vuole, anche solo per il gusto di tradirlo.

Come nella Caduta di Icaro dipinta da Pieter Brueghel nel 1558, in cui il protagonista dovrebbe essere Icaro e invece gli occhi si riempiono di una magnifica veduta marina durante un bel giorno di sole, con le navi che lasciano il porto e un contadino in primo piano immerso nelle fatiche quotidiane. Il dipinto avrebbe potuto chiamarsi “Navi che salpano dal porto di Anversa” o “Vita agrestre nelle Fiandre” e sarebbe stato coerente lo stesso: di Icaro non c’è che una piccola traccia in basso a destra, dove si scorge una gamba umana prima che sprofondi ineluttabilmente e definitivamente nelle acque.

Tutto è indifferente alla tragedia che si sta consumando: dal pastore che dà le spalle alla drammatica scena alla bellezza della natura, che dell’uomo, delle sue pene, se ne infischia. Esiste in maniera indipendente e autonoma. Ha un’anima propria, è un paesaggio di cui l’uomo è comprimario non protagonista. Per questo Brueghel è considerato, nel suo senso della natura, un iniziatore della pittura paesaggistica pura nonché un romantico fuori dal tempo, uno ben diverso dai nostri pittori rinascimentali che preferivano al contrario dipingere l’uomo, assegnargli il posto d’onore nel mondo e dunque nel suo speculare fantastico dell’arte. 

Tuttavia anche per il più irriducibile umanista, la grandezza di Beughel è lampante. Risiede nell’aver legato le sorti dell’uomo alle sorti della natura, nell’averci avvisato per tempo che allontanandoci troppo da essa – come Icaro – avremmo rischiato di scioglierci, bruciarci, precipitare da un’altezza insostenibile. Mentre i contadini e i pastori, superstiti come i brutti di Bukowski, si godono il sole ancora per poco.

© Testo di Salvatore Setola
In copertina: La Caduta di Icaro di Pieter Brughel – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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