La Confraternita del Purgatorio di Aversa

La Confraternita del Purgatorio di Aversa

RUBRICA – DIVINI DEVOTI

(a cura di Angelo Picone)

Ad aversa la congrega del Purgatorio ha avuto la propria sede presso la chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, comunemente detta “Parrocchiella”, o anche “del Purgatorio”, da cui trae il nome il sodalizio. Questa confraternita ormai non esiste più poiché scomparsa nel secolo scorso (anche se è ancora riportata tra le congreghe diocesane unitamente ad una “Confraternita di San Francesco Saverio” nell’Annuario 2018).

Testimonianza della confraternita del Purgatorio ci sono tramandate da Gaetano Parente, sindaco di Aversa ed autore di una monumentale opera sulla storia, le tradizioni e le testimonianze della Chiesa aversana. Scrive Perente riguardo gli statuti: <<Le regole della Congrega leggonsi dall’aversana Curia approvate il 18 Gennaio 1761: e un decreto della stessa nel 1721, col quale fu concessa eziandio di essere cappucciata>>.

Sappiamo anche che il 30 Ottobre 1763 questa confraternita ricevette l’approvazione regia da parte Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli e di Sicilia. Ma è a metà del secolo scorso che visse un sostanziale cambiamento poiché “si fuse” con altri sodalizi (anch’essi descritte da Parente) sempre operanti nella città di Aversa. Negli anni ’30 assorbì l’antica confraternita di Santa Maria della Libera (fondata nel XVI sec.) e negli anni ’40 quella della Vergine dei Sette dolori (sorta nel VII sec.). Ambedue però mantennero il privilegio, per i propri confratelli, di conservare le proprie insegne.

Abbiamo ragione di crede che la confraternita del Purgatorio avesse già vissuto in passato altri accorpamenti con modalità analoghe, per gli studiosi è possibile che si sia fusa, o comunque abbia assorbito i beni, di altre congreghe scomparse. Lo stesso Gaetano Parente ci descrive operanti nella Parrocchiella anche la confraternita della Vergine Addolorata e quella del Santissimo Salvatore.

L’abito di questo sodalizio era costituito da un sacco bianco ed una mozzetta nera filettata di rosso.

© Testo di Angelo Picone
In copertina: Particolare del bassorilievo in stucco della chiesa dei SS. Filippo e Giacomo – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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