Il casale di Casignano

Il casale di Casignano

RUBRICA – I CASALI SCOMPARSI DI AVERSA

(a cura di Angelo Cirillo)

Il villaggio di Casignano sorgeva non troppo distante da Carinaro. Oggigiorno infatti, lungo il confine con Gricignano d’Aversa, è ancora presenta una strada che porta il nome dell’antico casale e ne ricorda l’approssimativa posizione.

Lorenzo Giustiniani, erudito napoletano di fine ‘700, nel III Volume della sua opera “Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli” riportò numerose informazioni sul casale di Casignano, in particolare descrisse la conformazione ambientale e la storia del feudo. Sappiamo che si trova ad un miglio da Aversa, in una zona pianeggiante, e che era infeudato alla “maniera longobarda”. Quest’ultimo dettaglio ci è particolarmente utile perché ci consente di ricostruire la successione dei signori feudatari di Casignano. In quanto “feudo longobardo” infatti esso era divisibile, alienabile e trasmissibile per via femminile (dal XIV al XVIII sec. è attestato insieme ai villaggi aversani di Casoria e Olivola).

Quando, verso la metà del XIX sec., Gaetano Parente visitò il casale di Casignano lo trovò già in rovina; erano visibili soltanto alcuni ruderi di abitazioni e l’antica chiesa parrocchiale (che ad inizio secolo era stata soppressa). La parrocchia di Casignano era dedicata a San Martino di Tours ed era soggetta alla giurisdizione dei vescovi di Aversa. Essa compare nella “Santa Visita” del vescovo Pietro Ursino del 28 Ottobre 1597.

Come detto è da Giustiniani che ricaviamo il maggior numero di notizie sul casale. Nel suo dizionario, alla voce “Casignano” è riportato anche il numero degli abitanti del tempo: circa 173. Capiamo che, in ragione dell’esiguità degli abitanti del casale, anche la parrocchia venne dichiarata soppressa con Breve apostolico di pio Pio IX del 1 Febbraio 1847 (continuò a funzionare almeno fino al 30 Giugno dello stesso anno).

Le poche anime della parrocchia di San Martino furono affidate alla vicina parrocchia di Carinaro per volontà del vescovo Antonio Saverio De Luca (sarà creato cardinale con il titolo dei Santi Quattro Coronati il 16 Marzo 1863). Con la soppressione della parrocchia i beni vennero divisi tra le chiese del territorio: terra, benefici e larga parte degli arredi andarono al Seminario vescovile mentre alla nuova parrocchia del Santo Spirito ad Aversa fu assegnato il fonte battesimale. Infatti nel 1826 l’antica chiesa, che in precedenza era servita come commenda dei cavalieri del Santo Spirito, fu elevata a sede parrocchiale. Il fonte che ricevette da Casignano era già stato descritto nella visita di Pietro Ursino: <<in vasa marmoreo decentissime noviter praeparato>>; anche Gaetano Parente descrisse il fonte: <<Un Battistero fatto primitivamente nel 1597 per la (or) soppressa parrocchia di Casignano>>.

© Testo di Angelo Cirillo
In copertina: Fotografia di Rossella Cesaro (dalla pagina Aversa in Rudere) – (se si condivide l’articolo indicare le fonti)

Centro Studi Normanni

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