L’incontro dei Pinelli con Galileo Galilei

L’incontro dei Pinelli con Galileo Galilei

RUBRICA – GIUGLIANO STORIA PATRIA

(a cura di Artuto D’Alterio)

La storia patria di Giugliano, una volta liberatasi dalle fastidiose pulci, potrà finalmente mostrare il suo pregiato mantello. I cannocchiali e i prototipi di telescopio, presenti nel palazzo fortezza di Giugliano, si intrecciano con le vicende dell’inventore, lo scienziato Galileo Galilei. I Pinelli ne furono protettori e inquisitori, da Gian Vincenzo al cardinale Domenico.

I due cugini Pinelli si conoscevano bene, entrambi mandati dai genitori a studiare a Padova. Il primo, nel 1566 da Giugliano, il secondo, più o meno negli stessi anni, da Genova. I due cugini si divisero nel 1577, Gian Vincenzo scelse di restare nella città patavina, Domenico dopo la laurea in giurisprudenza si trasferì a Roma, nominato vescovo da papa Gregorio XIII.

Nel 1592 giunse a Padova Galileo Galilei, chiamato da Gian Vincenzo Pinelli, ospite presso la sua abitazione. In questo modo, poté accedere ai libri di astronomia dell’antica Grecia, comprati da Gian Vincenzo con la cospicua rendita, che prima il padre Cosmo e poi il fratello Galeazzo, inviavano da Giugliano.

Inizio XVII sec., delle morti eccellenti portarono Galileo Galilei nella più sicura Firenze, sotto l’ala protettrice di Cosimo Medici. Il giovane Galeazzo Francesco Pinelli feudatario dall’età di otto anni, in età adolescenziale, reclamò allo scienziato l’invio delle istruzioni d’uso per far funzionare gli attrezzi presenti a Giugliano. Galileo Galilei mai rispose a questi inviti, quasi certamente veri obblighi contrattuali, trasmessi per via testamentaria.

Galileo Galilei, probabilmente, pensò che mai più avrebbe avuto a che fare con i Pinelli. Le due strade però si dovevano di nuovo incrociare.

© Testo di Arturo D’Alterio
In copertina: Ritratto del cardinale Domenico Pinelli – (se si condivide l’articolo indicare le fonti).

Centro Studi Normanni

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